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Arti e Mestieri

Che si tratti di oreficeria, di fotografia, di architettura, scultura o fashion design, il motore è sempre lo stesso: la creatività.

Il pensiero creativo, nonostante in quanto a forma possa essere fuorviante come concetto, indica in realtà la capacità di trovare soluzioni intelligenti, originali ed efficaci a problematiche complesse, nella vita e non in uno specifico ambito. Sarebbe corretto affermare, dunque, che non sia affatto una skill richiesta solo nel settore artistico. Ed infatti è proprio così.

La creatività è sinonimo di intelligenza, essere creativi vuol dire saper guardare e interpretare il mondo facendolo proprio, piegando la realtà ai nostri sistemi di comprensione e sfruttando la ricchezza che questa ci offre a nostro vantaggio.

Ma andiamo al sodo.

Gli ultimi dati pubblicati dal CNA (Confederazione Nazionale Artigiani) sono molto confortanti e smentirebbero quello che per anni è stato il pensiero comune sul difficile inserimento lavorativo per gli artigiani di tutti i settori.
Queste le parole del Presidente Dario Costantini: “Abbiamo realizzato un’indagine coinvolgendo 20mila imprese associate, per un totale di 140mila dipendenti, che ha rilevato come artigiani e piccole imprese hanno intercettato la ripresa e puntano sull’occupazione duratura e di qualità. Nel 2022, infatti, l’occupazione tra artigiani e piccole imprese è cresciuta del 2,5 per cento. Da sottolineare, poi, l’incremento dei nuovi contratti a tempo indeterminato, aumentati del 26,4 per cento nell’arco dell’anno, il miglior risultato dal 2018 a questa parte. […]”

Di arte – e quindi di arte e creatività – si può anche vivere, basta riuscire a trovare la propria forma di espressione senza mai fermarsi nella ricerca di ciò che è innovativo, ma allo stesso tempo indagando e conoscendo tecniche e tradizioni del passato.

Pensiamo ad un fumettista. Chi disegna e racconta attraverso le immagini dovrà avere spiccate doti da disegnatore, un tratto pulito e originale, ed essere in grado di sviluppare storie che possano essere illustrate nel miglior modo possibile.

Come fa a farlo? Dovrà studiare chi è venuto prima di lui e si è distinto in questa arte.

Non tutta la teoria e lo studio devono necessariamente riguardare capitoli di saggi o manuali di noiosi e boriosi professori, che magari si fregiano di un nome conquistato con la passione e lo zelo giovanile che ormai li ha abbandonati da decenni. Lo studio può e deve essere di settore, personalizzato a seconda dell’ambito che amiamo, di quello che la passione ci indica come nostro.

Oggi gli ambiti impregnati di arte sono davvero tantissimi, e siamo lontani anni luce dalle categorie fisse e granitiche dei tempi andati – come le canoniche “7 Belle Arti” e la discussione sull’inserimento dell’ottava, poi della nona…e chi più ne ha più ne scriva – per cui i consigli per lavorare in questo settore sono i seguenti:

  1. La curiosità è la virtù dei forti

Più arti, mestieri, specializzazioni, accademie e scuole si conoscono, più consapevole e valida sarà la scelta per cui OPTare

  1. La passione prima di tutto

Una volta individuata l’arte e il mestiere che fa per noi, lasciamo che sia la passione a guidarci e a far in modo che la creatività possa esprimersi attraverso la forma che preferiamo, sempre accompagnata da uno storico di teoria e tecnica solido

  1. A ciascuna arte il suo “habitat”

Per tutti gli artisti, anche quelli dei secoli scorsi che cercavano il proprio Mecenate, l’aspetto economico non può e non deve essere trascurato, se non fosse altro che per finanziare le proprie creazioni. Creare una rete di conoscenze dove la nostra arte può essere compresa, alla quale può essere dato un valore e, di conseguenza, un mercato, diventa un aspetto primario per poter vivere di arte. Quindi via alle pubbliche relazioni e alle nuove conoscenze “di settore”!

[Fonte: https://www.cna.it/costantini-da-artigiani-e-piccole-imprese-forte-spinta-alloccupazione/]

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